Fiume Nera
Il Nera è un importante fiume lungo 116 km che scorre per quasi tutto il suo corso in Umbria e costituisce il principale affluente di sinistra del Tevere. Le sue sorgenti sono situate nelle Marche a 902 m s.l.m. sui monti Sibillini e nel comune di Castelsantangelo sul Nera in Provincia di Macerata, e precisamente a Vallinfante.
Percorsi appena 5 km, presso Visso giungono una serie di ulteriori copiose sorgenti che unendosi in un unico corso danno vita al fiume vero e proprio. Qui la Nera entra in Umbria scorrendo nella pittoresca Valnerina (che proprio dal fiume prende il suo nome), limpidissimo e copioso d’acque in ogni stagione (c. 20 m³/s di media annua), nonostante alcune opere idrauliche come il canale che adduce una parte delle sue acque al lago di Piediluco a scopo idroelettrico ne abbiano sensibilmente ridotto le portate.
Presso Triponzo il fiume aumenta più del doppio la propria portata d’acqua (oltre 50 m³/s) grazie al notevole contributo da sinistra del fiume Corno scorrendo per svariati km in una valle verdissima e quasi incontaminata dove lambisce i centri di Cerreto di Spoleto, Vallo di Nera e Sant’Anatolia di Narco tutti in Provincia di Perugia. Presso la loc. ‘Ceselli’ il fiume entra poi in Provincia di Terni e da qui proprio per la sua grande valenza ambientale il suo corso è tutelato a ‘Parco Fluviale del Nera’.
Dopo il centro di Collestatte il fiume raddoppia nuovamente la propria portata grazie al contributo assai ricco da sinistra del fiume Velino, suo principale tributario in assoluto. Subito dopo con una portata copiosissima la Nera entra a Terni ricevendo l’apporto del torrente Serra, suo principale tributario di destra, e attraversa la città da est a ovest avendo da sempre anche contribuito al suo sviluppo industriale grazie alla sua ricchissima portata, dopodiché si incassa nuovamente per svariati km in una ampia gola (nella quale il fiume è ancora ulteriormente alimentato da copiose risorgive subalvee), sfiorando la città di Narni.
Da qui prosegue poi, sempre copiosissimo di acque formando il piccolo lago artificiale di San Liberato per poi confluire da sinistra nel Tevere presso Orte.
L’allevamento delle trote è un’attività molto diffusa in Valnerina e le acque sempre fresche del fiume e dei maggiori affluenti alimentano numerosi impianti di troticoltura. Non sono rare le fuoriuscite accidentali dagli impianti, si tratta principalmente di Iridee, e il diffondersi di simili notizie attira orde di pescatori nei tratti immediatamente a valle dove possono procurarsi facili carnieri.
Consigli pratici per la pesca
La Fario è la specie dominante, forte della riproduzione spontanea e sostenuta dai ripopolamenti con stock di individui giovani.
Sono anche presenti iridee ed ibridi, dato che non sono rare le fuoriuscite accidentali dagli impianti di troticoltura, sono molto diffusi in Valnerina.
Nell’alveo stretto e avvolto di vegetazione della porzione marchigiana, la tecnica usualmente utilizzata dai locali è la pesca al tocco che si effettua quasi sempre a piede asciutto “bucando” la coltre arborea per immergere vermi e camole mediante lenze a corona o pallettone. Il tratto umbro, molto più spazioso e rilevante, permette di utilizzare con soddisfazione un ventaglio di tecniche: la “Zona Artificiali” di Triponzo e le “Zone No-Kill” di Borgo Cerreto e Ferentillo sono diventate mete ambite dai pescatori a mosca e a spinning, provenienti da tutto il centro Italia e non solo, che in certi tratti devono immergersi letteralmente fino alla cintola per compiere un’efficace azione di pesca nelle acque abbondanti e sempre veloci del fiume.
Nelle zone “libere” si incontrano anche molti pescatori che si cimentano al tocco muniti di lunghe teleregolabili oppure a galleggiante con canne bolognesi. Una quantità impressionante di rifugi creati dall’erosione delle rive e dalla vegetazione acquatica e spondale, buche e avvallamenti del fondale protetti dalle forti correnti superficiali, nascondono le trote più diffidenti e territoriali che rimangono al sicuro nei loro ripari e solo in pochi momenti si portano in caccia allo scoperto.
Ecco che, oltre alle facili catture di trote adulte immesse da poco tempo o fuoriuscite dagli allevamenti, il Nera può fornire grandi soddisfazioni in termini di rusticità e difficoltà di cattura delle Fario cresciute nel fiume. Nondimeno, è noto per gli esemplari di grandi dimensioni, capaci di procurare forti emozioni a chi riesce ad ingannarle.